Rovereto sogna in Grant, la giovane stella Tyra come wild card

Il torneo di Rovereto sogna in Grant. La giovane stella Tyra Grant come wild card ai Rovereto Open. Mamma italiana, papà americano, Tyrone Grant, ex cestista che ha giocato in Italia in varie squadre, Tyra è al momento un bel progetto di top player, coltivato all’Accademia di Piatti, dallo scorso settembre si allena a Casale Monferrato con Graziano Gavazzi. Aveva impressionato agli ultimi Internazionali di Roma, tenendo testa per tre set alla croata Ruzic, numero 69 al mondo, e di recente ha fatto parte della squadra azzurra che ha trionfato nelle Billie Jean King Cup Finals. Diritto devastante, grandi margini, potrebbe essere la classica ciliegina sulla torta del torneo che scatterà domenica 19 ottobre.
Regalo
“E’ giovanissima, ma gioca già da grande. Il regalo perfetto per il pubblico italiano”, le parole di Luca Stoppini, direttore tecnico della Baldresca, che dal 19 al 26 ottobre ospiterà i Rovereto Open, WTA 125 da 115.000 dollari. E di talenti ne sa qualcosa Stoppini, fratello del più celebrato Andrea. Eppure chi lo conosceva da ragazzo diceva che aveva il braccio. Ma nel tennis moderno, il braccio è solo il biglietto d’ingresso. Poi servono le gambe, la testa, la fame. Luca Stoppini ha lasciato il tennis da giocatore a 23 anni, quando il ranking ATP lo collocava oltre l’orizzonte – numero 1.236, un punto di domanda più che un punto fermo. Ma ha fatto in tempo a capire che il tennis era più di un mestiere: era casa.
Fame
A 24 anni era già maestro. Prima Trento, poi Rovereto. E oggi, a 41 anni, è il direttore dei Rovereto Open, un WTA 125 con 115.000 dollari di montepremi. Un torneo che, a detta sua, non è solo un colpo di fortuna: è “una costruzione concreta”: “Più che nervosismo, c’è entusiasmo. Stiamo limando i dettagli. Ma siamo pronti. È un evento grande, molto grande.” Stoppini parla con precisione. C’è una calma tecnica, una sicurezza forgiata in ore e ore di campo e riunioni, tra racchette e fogli Excel. “Cosa rende i Rovereto Open diversi? Siamo uno degli ultimi tornei dell’anno. Tanti punti in palio. E le giocatrici italiane, come Nuria Brancaccio e Lucrezia Stefanini, hanno fame. Vogliono l’Australian Open. Qui si decidono le loro sorti.”
Nomi
Il torneo si gioca al Palabaldresca, una struttura che Stoppini difende come un fortino: “È uno dei palazzetti più belli d’Italia. Il pubblico è vicinissimo al campo. Il contatto con le giocatrici è diretto. E i nuovi campi hanno una velocità media che favorisce lo spettacolo: scambi lunghi, ma allo stesso tempo una palla che viaggia veloce.” I nomi sono di peso: Heather Watson, Anna-Lena Friedsam, Darja Semenistaja. Ma Stoppini lo dice chiaro: “Facciamo il tifo per le nostre”. E alla domanda più calda – la wild card dei sogni che la federazione potrebbe regalare - non ha dubbi: “Tyra Grant. Ha 17 anni ed è già una stella. Era con Paolini ed Errani nella squadra che ha appena vinto la Billie Jean King Cup. Sarebbe la ciliegina sulla torta.”
Slam
E siccome anche l’occhio vuole la sua parte, le Night Sessions promettono scintille. “Iniziamo alle ore 20, tranne il giovedì: si parte già alle 18.30. Poi, festa sulla terrazza del club con la Players Party. Atmosfera speciale, tennis e musica.” Dietro il torneo c’è un lavoro ciclopico. Solo quattro mesi per rimettere in moto una macchina ereditata dal vecchio direttivo. Una sfida che Stoppini e il suo staff hanno accettato di petto. “Vogliamo che questo torneo diventi una tradizione. Che entri nel DNA di Rovereto, che è già città sportiva. Quest’anno è stata una corsa. Ma ce l’abbiamo fatta.” E il sogno per la finale? Non esita: “Tribune piene. Un’italiana in campo. Tre set tirati. E il pubblico col fiato sospeso. Per i ragazzi del club, per i soci, per i volontari. Questo è il nostro Slam.“