Gli inizi del tennis a Rovereto nel racconto di Galvagni e Setti
Uno tra gli sport da sempre protagonisti della città della Quercia è il cuore della recente pubblicazione "Dal lawn tennis alla pallacorda al tennis", titolo di un'originale e avvincente pubblicazione che ripercorre la storia del tennis in quel di Rovereto dalla fine dell'Ottocento al secondo dopoguerra, curata da Mauro Galvagni, presidente del Tennis club C10, e da Roberto Setti, già professore di educazione fisica al liceo Rosmini e appassionato di ricerche storiche in ambito sportivo.
Sfogliando le pagine del libro si scoprono gli atleti e gli appassionati roveretani, gli allenatori e i dirigenti, che hanno segnato un'epoca pionieristica a cavallo dei due secoli. La narrazione scorre veloce tra aneddoti curiosi e immagini d'epoca, da quando a fine Ottocento nelle scuole si passò dalla ginnastica tradizionale a corpo libero, di tipo militare, ad altre attività sportive all'aria aperta, sino alla nascita delle prime società sportive nel dopoguerra
La scuola di Giulio Supith
«La scuola di tennis roveretana degli anni Trenta era famosa per Giulio Supith, un malese che viveva a Rovereto al seguito del conte Giovanni Mamoli - spiega al proposito uno degli autori, Mauro Galvagni - Abitavano in Vallunga, il conte era appassionato di tennis e Supith aveva imparato a giocare nel suo Paese d'origine dagli inglesi. Qui in città il malese divenne presto il primo vero allenatore e preparatore che si fosse mai visto, a Rovereto e in Provincia. Supith costituì assieme a Angiolino Pinalli il Circolo tennis cittadino e nel 1938 il Gruppo universitario fascista allestì i campi da tennis di via Tommaseo, negli spazi ora occupati dall'ex Gil. Fra i migliori tennisti di allora spiccava Mario Comperini, il primo maestro del Tennis club C10». Nel libro viene raccontato anche l'allestimento degli altri impianti sportivi in città, come la palestra di via Giardini - primo impianto indoor di tennis - e la "vasca da nuoto" in corso Rosmini, costruita dalla Società ginnastica di Rovereto nel 1890 e poi diventata piscina comunale.
Alla pubblicazione ha collaborato anche Antonio Zandonati per l'approfondimento sull'attività tennistica degli anni Venti e Trenta e Luca Avancini per l'esperienza agonistica di Mario Comperini.