Angelica Moratelli: primo titolo Wta in doppio
Inseguito, sfiorato, accarezzato, e alla fine afferrato saldamente con tutte e due le mani. Angelica Moratelli rompe il tabù e conquista il primo titolo in un torneo Wta, in coppia con Camilla Rosatello nel “Tiriac Foundation Trophy”, torneo Wta 125, con un montepremi da 115.000 dollari), in programma sui campi in terra rossa di Bucarest, in Romania. Le due azzurre si sono imposte per 6-3 6-4 in semifinale sulla rumena Andreea Mitu e sull’ungherese Fanny Stollar, che avevano sorpreso all’esordio le principali favorite del torneo, la magiara Bondar e la tedesca Zimmermann, quindi in finale hanno avuto ragione 7-5 6-3, in un’ora e mezza di partita, della greca Valentini Grammatikopoulou e della ceca Anna Siskova. Titolo e best ranking nella graduatoria di doppio, di più non poteva chiedere Angelica, che da questa settimana farà il suo ingresso tra le prime cento giocatrici al mondo di specialità. Una specialità che la 28enne di Lavis non aveva mai trascurato in passato e che le aveva già regalato anche parecchie soddisfazioni, basti solo pensare ai 28 allori collezionati in carriera (il primo era arrivato a Todi con Federica Di Sarra nel 2011), ma che ora l’ha spinta verso una dimensione nuova. Più stimolante e per certi versi affascinante. Al fianco della fedele Camilla Rosatello, 28enne piemontese di Saluzzo.
Corrispondenze
“E pensare che la prima volta che abbiamo giocato insieme non ci eravamo trovate per nulla - ha raccontato la trentina - Tra noi però c’è sempre stata grande stima, abbiamo compiuto un percorso tennistico molto simile, condiviso spesso gli stessi problemi, e queste situazioni hanno rafforzato nel tempo il nostro legame. Ho sempre amato giocare il doppio, colpire al volo la palla vicino alla rete non mi ha mai procurato particolare ansia, come capita magari a qualche altra giocatrice, quest’anno però è cambiato tutto, perché quando abbiamo cominciato ad allenarci insieme, Camilla mi ha fatto lavorato su aspetti specifici del doppio, che non avevo mai considerato prima. E grazie a questo lavoro mirato ho acquisito maggiore sicurezza, ulteriore convinzione nei miei mezzi.”
Svolta
La vittoria nel BMW Roma Cup, W60 giocato lo scorso giugno sui campi in terra rossa del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, è stata la molla per puntare lo sguardo più in alto. “Ci ha dato autostima, la conferma che potevamo fare bene, essere competitive a un certo livello.” La finale raggiunta a giugno ai 34esimi Palermo Ladies Open, nel Wta 250 sui campi del Country Club, dopo aver battuto Sara Errani e Jasmine Paolini, ha aperto scenari inediti e proiettato la trentina a ridosso delle prime cento al mondo (era 105 prima di Bucarest). Quindi la recente semifinale ad Amburgo, sempre in un Wta 250, persa solo al super tie-break con due giocatrici di prima fascia come la kazaka Anna Danilina e la russa Aleksandra Panova, è stata un’altra tappa di avvicinamento al grande traguardo, raggiunto finalmente in terra rumena.
Cadute e risalite
Le rotte dello sport, come quella della vita, seguono direzioni aleatorie, errano, ritornano use stesse. Ma volontà e carattere hanno sempre accompagnato nel suo lungo percorso Angelica Moratelli. Sin da quando, a 18 anni, pareva destinata a una promettente ascesa nelle graduatorie mondiali. Un’illusione, bruscamente spezzata dagli infortuni, il più grave, la rottura del tendine della spalla, accompagnato da scelte sbagliate, diagnosi imprecise che le hanno fatto perdere un sacco di tempo. E precipitare oltre il numero mille delle classifiche Wta. Un abisso da cui è spesso è quasi impossibile risalire. “Pensavo di smettere - ammette lei - ma in certe situazioni impari a conoscerti di più. Trovi risorse che non pensavi di avere.” La rincorsa è stata dura, faticosa, non priva di momenti di scoramento, tra squarci di sole, caldi e intensi come il mare cristallino e le spiagge bianche di Hammamet, dove, tra il 2016 e 2018, con un nuovo allenatore al fianco, la Moratelli ha ritrovato la voglia di giocare, il gusto della vittoria. Tanto da conquistare per ben cinque volte il torneo Itf tunisino. Pochi punti, pochi soldi, ma tanta fiducia, indispensabile per continuare a lottare. I sogni in fondo non svaniscono mai, si depositano nell’anima, si trasformano in coraggio, ispirano la voglia di credere nelle proprie possibilità.
Traguardo Slam
E’ rientrata tra le prime trecento giocatrici, non lontano dal suo best ranking (numero 318, toccato nel lontano 2013), ma il sogno adesso è una parolina magica di sole quattro lettere: Slam. “Vero, il nostro obiettivo è disputare un torneo del Grande Slam di doppio. Gli Us Open sono un traguardo molto difficile, non dovessimo raggiungerlo punteremo sugli Australian Open. Ci proveremo, ma non ho intenzione che questa cosa diventi un’ossessione. Ho deciso di non fissare dei paletti, di non pormi dei limiti. Sto riscoprendo un modo diverso di vivere il tennis, mi piace e voglio godermi il momento.” Il doppio è la nuova frontiera, ma Angelica non abbandonerà il singolare. “Assolutamente no. Tra ottobre e novembre disputerò la serie A con l’At Verona, so che rischio di perdere tanti punti in classifica, ma mi attira molto l’idea di giocare per il mio circolo, tornare lì dove tutto è cominciato.”