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Il Tc C10 compie 35 anni: un esempio di passione e tenacia

Una storia di passione, ma anche di tenacia e di perseveranza. E’ quella del Tennis Club C10 di Rovereto, che ha appena festeggiato suoi primi trentacinque anni di vita con la sobrietà e la leggerezza che hanno accompagnato le sue dense stagioni. Sempre pronto a raccogliere nuove stimolanti sfide. Nato nel 1986 per volontà di alcuni amici accomunati dallo stesso grande amore per questo sport, il Club si è rivelato da subito una scommessa vincente. “Io e un paio di amici avevamo cominciato giocando nel circolo sportivo Cattolica di Saverio Calliari che nel 1985 per varie circostante confluì poi nel Circolo Tennis Rovereto - racconta Mauro Galvagni, storico presidente del sodalizio - Nel 1986 prendemmo parte alla Coppa Italia con un ente di promozione sportiva, la Uisco, che a fine stagione decise di chiudere l’attività, così di punto in bianco ci ritrovammo senza più una squadra. Proposi di dar vita ad un circolo vero e proprio, tutti erano d’accordo, ma nessuno voleva fare il presidente. L’idea era stata mia e di conseguenza accettai l’incombenza, anche se all’epoca avevo appena vent’anni. Mio zio Mario Comperini ricoprì la carica di direttore sportivo, mentre mio padre mi diede una grossa mano per la parte organizzativa, e mi aiutò a recuperare qualche sponsor. Al gruppo di partenza che comprendeva Mauro Tovazzi, Bee, Giancarlo Ravagni, Enzo Petrolli e Marco Peterlini, si aggiunsero altri tennisti di buon livello come Renzo Boscato, Andrea Gazzini, Alessandro Olivi, Giorgio Manica. Nel 1987 ci affiliammo alla FIT, ricordo che andai a presentare la domanda direttamente a Trento nel negozio di Fabrizio Polla, che allora era presidente del Comitato. Conservo ancora la ricevuta che mi fece su di un foglio di carta”. Iniziò così, tra dubbi e speranze, l’avventura agonistica del C10. “Iscrivemmo due squadre alla Coppa Italia e una alla Winter Cup. Il nostro obiettivo era quello di giocare e fare esperienza. La prima squadra fu inserita in Prima divisione, e vinse la sua partita d’esordio 5-1 contro il Ct Borgo. Chiudemmo il girone al penultimo posto, ma riuscimmo comunque a salvarci battendo Cles e Cus Trento. La partita decisiva fu quella con il Cus di Sembenotti, allora alle prese con il servizio militare, la sua assenza ci favorì. Boscato sconfisse Rossi al terzo set dopo oltre quattro ore di battaglia, e non pago, tornò in campo per giocare altre due ore e mezza di partita in doppio. E vinse pure quella.”

SUCCESSI - Con il tempo arrivano soddisfazioni ben maggiori: il successo nel 2000 della Winter Cup, autentico campionato regionale indoor, il titolo regionale di serie C nel 2003 che spinge il Club da protagonista sul palcoscenico nazionale. Palpitante la finale giocata all’Ata, Mauro Galvagni la ricorda bene perché sedeva in panchina a guidare i suoi. “Quell’anno o si vinceva o si perdeva perché erano previsti cinque singolari, uno era per gli under. Prima dei doppi eravamo sotto 2-3, mi presi la responsabilità di decidere le coppie, soprattutto chi doveva affiancare Krusic, perché sull’altro abbinamento, Fava-Casagrande, non c’erano dubbi. Puntai su Gazzini, che mi diede ragione, insieme, lui e Krusic batterono Cimadon e Volpe Davide. Vincemmo 4-3 e conquistammo il titolo.” Nel 2006 il C10 si aggiudica un altro alloro, il campionato provinciale over 60, nel 2012 si toglie la soddisfazione di mettere in bacheca anche il titolo provinciale over 40 e di prendere parte alla fase nazionale a San Gregorio di Catania. Molte nel corso degli anni anche le iniziative promozionali che hanno contraddistinto l’attività del sodalizio, gemellato dal 1989 con i tedeschi del Tennis Club Forchheim, e dal 1994 con i toscani del Circolo Tennis Caprese Michelangelo di Arezzo. Il Tc C10 si fa pure promotore di manifestazioni importanti come il quadrangolare nazionale a squadre “C10 Cup”, la Coppa “Città della Pace”, senza dimenticare il divertente torneo di Natale “Shoot Out”. A indossare la maglia del Club saranno giocatori illustri, come l’indimenticato campione degli anni ’40 Mario Comperini, primo direttore tecnico del Club, o Gregor Krusic, sloveno che vestirà più volta la maglia della propria nazionale in Coppa Davis. Senza dimenticare altre piccole gioie: le vittorie nei tornei di terza categoria del Grand Prix Trentino di atleti come Alessandro Maronato e Gabriele Ambrosi, o i titoli veterani conquistati a livello nazionale ed europeo dall’inossidabile Marco Sossass, allori che hanno contribuito a tenere alto il nome del sodalizio, premiato due anni fa dal Coni con la prestigiosa Stella di Bronzo al merito sportivo.

CONVIVENDO - I rapporti di convivenza non sempre semplici con l’ingombrante vicino di casa, il Ct Rovereto, hanno rappresentato l’unica vera spina nel fianco. “All’inizio vi furono delle difficoltà, forse il CTR non aveva accettato di buon grado la nascita di un nuovo circolo. Le cose per un po’ si normalizzarono grazie soprattutto alla sensibilità degli assessori allo sport Gianpaolo Ferrari e Cristian Sala. Quest’ultimo ci assegnò anche una sede quando la Baldresca fu ristrutturata. I problemi ricominciarono nel 2010 quando Zenato smise di fare il presidente e la gestione del circolo Rovereto passò a Barbiero. Nel 2011 la nuova amministrazione comunale rinnovò l'appalto togliendo le agevolazioni ottenute da noi in tanti anni di battaglie e fummo costretti a pagare le ore per l'attività sportiva a prezzo pieno come un utente privato, dando di fatto al gestore (la 2001 di Barbiero che poi divenne presidente del CTR) la facoltà di muoversi come meglio credeva. Tutte le conquiste fatte negli anni e gli accordi precedenti vennero azzerati. Fummo costretti a lasciare la sede nonostante un regolare contratto di affitto con il Comune, ricordo che dovetti caricare tutto in macchina e sgomberare. Fu un brutto colpo, pensai anche di mollare tutto. Non lo feci anche se c’era solo la Comunità della Vallagarina a sostenere le nostre iniziative. Per fortuna nel 2015, con l’amministrazione Valduga, le cose migliorarono sensibilmente e adesso manteniamo con il Ct Rovereto un rapporto di buon vicinato, come si conviene in questi casi.”

FUTURO - Cosa mi ha spinto a continuare? La passione, la voglia di non disperdere tutto quello che è stato realizzato in questi anni, gli attestati di stima, l’amore per questo sport che ormai è radicato nel profondo. C’è la soddisfazione come Club di aver sempre raggiunto gli obiettivi prefissati. Qualche tempo fa incontrai sulla ciclabile una persona che faceva parte del vecchio direttivo della Cattolica, mi disse che nessuno di loro immaginava che avremmo proseguito la nostra attività per così tanto tempo. Erano tutti convinti che avremmo fatto un buco nell’acqua. L’ho preso per un complimento. La verità è che man mano che passavano gli anni abbiamo sempre cercato di crescere, senza mai fare il passo più lungo della gamba. La Serie C è stata una lunga e appagante esperienza, dal 2009 siamo ripartiti dalla D con i nostri giocatori e nel 2017 abbiamo vinto la serie D2 senza nemmeno perdere un incontro.” Adesso, anche per colpa della pandemia, si vive alla giornata, ma il Circolo di Mauro Galvagni continua comunque a guardare avanti con fiducia: “In questo momento pensiamo solo alla ripresa, dopo quasi un anno di attività ridotta all’osso. L’emergenza ci ha costretto ad annullare manifestazioni cui tenevamo molto, ma abbiamo ancora un bel gruppo di atleti. Penso che potranno regalarci altre soddisfazioni in futuro. Sono molto contento di aver trovato uno spiraglio per realizzare la mostra su Mario Comperini, che so essere essere stata particolarmente apprezzata. A lui il Consiglio Comunale ha intitolato il nuovo centro tennis di via Lungo Leno, in corso di realizzazione. Una bella decisione.” Che noi sottoscriviamo.

Autore
Luca Avancini

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