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E' Padel mania, alla scoperta di un gioco che conquista

Marinai inglesi annoiati che giocavano nelle stive delle navi usando pagaie come racchette? Un reverendo americano che cercava una versione del tennis per bambini? Le origini del Padel si dipanano tra storia o leggenda. Si racconta che un giorno, sul finire degli anni Settanta, un milionario messicano, tal Enrique Corquera, appassionatissimo di tennis, si fosse intestardito nel voler costruire un campo da tennis all’interno della sua tenuta. Qualcuno gli aveva fatto notare che lo spazio predisposto non bastava, ma lui non volle sentire ragioni, e si accontentò di un campo di dimensioni ridotte, senza abbattere i muri circostanti. E in quel rettangolo nacque un gioco nuovo, che aveva come complici e avversari al tempo stesso proprio quei muri di cemento, diventati presto parte integrante del divertimento. Non sappiamo se sia andata davvero così, ma di certo fu l’esimio Corquera a codificare questa disciplina che da allora prese il nome di paddle, alla lettera pagaia, poi chiamata anche paddle tennis o padel, definizione quest’ultima utilizzata dalla Federazione Spagnola.

I PRINCIPI BASE - A sfidarsi sono sempre due coppie, la modalità di conteggio dei punti è la stessa del tennis; uguale la pallina, cambia ovviamente la racchetta: solida, senza corde e perforata, di norma composta di fibra di vetro e/o fibra di carbonio. Ricorda vagamente i racchettoni che si usano d’estate sulla spiaggia. Il campo di gioco è sostanzialmente identico a quello da tennis, ma come detto risulta più piccolo: 10 metri di larghezza per 20 di lunghezza, diviso in due parti orizzontalmente e verticalmente per individuare le aree in cui deve cadere il servizio. Il servizio si effettua dal basso verso l’alto e l’impatto deve avvenire con la palla che rimane sempre sotto l’altezza dell’anca. Si serve sempre in diagonale, seguendo posizioni identiche a quelle del tennis. I giocatori possono colpire la palla al volo, tranne che in risposta, e possono farla rimbalzare contro le pareti del proprio campo e far sì che questa poi arrivi nel campo avversario passando sopra la rete. La palla non deve mai rimbalzare direttamente sulla parete e non può mai fare più di un rimbalzo a terra nel proprio campo, ma può essere colpita prima che batta a terra anche dopo aver colpito il vetro che delimita il campo.

GIOCARE CON LA PARETE - La parete costituisce la variabile principale rispetto al tennis e la più grande alleata di un giocatore di padel. Ma può anche rappresentare uno dei primi problemi da affrontare e risolvere se si vuole migliorare il proprio livello di gioco. I maestri di paddle ripetono come un mantra che «la parete è tua amica», «gioca con la parete», ma serve comunque una certa dimestichezza, prima di sfruttarla a proprio vantaggio.

CALCIATORI CHE PASSIONE - I calciatori sono i praticanti più assidui insieme ai tennisti. Il primo sportivo di alto livello a farsi immortalare con la racchetta da padel in mano è stato l’attuale allenatore della Nazionale, Roberto Mancini, abituale frequentatore del Circolo Tennis dell’Aeroporto a Bologna. Francesco Totti si è fatto addirittura costruire un campo in casa per potersi allenare e divertire con maggiore agio. Celebre il match disputato in coppia con Pablo Lima contro Fernando Belasteguin e Carles Puyol prima dell’andata dei quarti di Champions tra Barcellona e Roma due stagioni fa. Per non parlare poi di Nainggolan, ai tempi della Roma, aveva postato una sua partita giocata, un po’ alticcio alle due di notte, esibizione che gli era costata una multa di 100 mila euro e la tribuna punitiva nel successivo match di campionato con l’Atalanta.
A proposito di calciatori, alla ribalta è salito nei giorni scorsi anche un certo Antonio Cassano, l’ex calciatore di Bari, Roma, Real Madrid, Milan, Inter e Sampdoria, nonostante la classifica 4.NC, si è aggiudicato la prova regionale disputata sui campi del Padel Albaro a Genova, in coppia con Giovanni Fiorentini.

Autore
Luca Avancini

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