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Vittoria Segattini: "Uno scudetto che dedico anche al mio cane"

Una dedica per questo scudetto? “Al mio cane!” Ride Vittoria, ha voglia di scherzare dopo il piccolo capolavoro compiuto con la ligure Aurora Nosei nella finale che l’ha incoronata sulla terra rossa di Reggio Calabria campionessa italiana under 13. “In realtà questa vittoria la voglio dedicare ai miei genitori, al maestro Max”, ci tiene a precisare. Il cane in questione è un bassotto nano arlecchino, non ha ancora un nome perché è un regalo dei genitori. “Mi hanno promesso che se mi comportavo bene in questo torneo mi avrebbero comprato un cane, era una cosa che desideravo tanto.” E adesso può sorridere felice la giovanissima tennista gardesana, che il torneo l'ha fatto suo sorprendendo tutti, le avversarie in testa. “All’inizio della finale ero un po’ agitata, ma volevo vincere. Mi sono detta “sei arrivata fin qui, non puoi mollare proprio ora.” Il match vinto nei quarti con Greta Petrilli, la principale favorita del torneo, ha rappresentato la svolta, le ha restituito la piena consapevolezza delle sue possibilità. Lei ci ha messo carattere e determinazione, le qualità che hanno reso forte il suo tennis. “Sono un ariete, e quindi non mollo mai.” Piace anche il suo modo di stare in campo, senza una lacrima, uno strillo, si limita ad alzare le braccia quando la Nosei manda fuori l’ultima palla e le consegna la vittoria. Una compostezza che impressiona: “Sono migliorata da questo punto di vista, anche con l’aiuto del maestro Max. Ci tenevo a comportarmi bene, a non sbattere più la racchetta per terra come mi capitava di fare talvolta.” Si definisce “una contrattaccante da fondo, amo giocare il rovescio, è il colpo che mi riesce meglio, ma adesso mi sento più sicura anche sul diritto, di sicuro devo ancora lavorare molto sul servizio e sui colpi di volo per rendere il mio gioco ancora più completo” Il maestro Labrocca l’ha ribattezzata “Un’incantatrice di serpenti”, per spiegare questa sua capacità innata di ammaliare le avversarie in campo con quella apparente sicurezza che finisce spesso per confondere chi le sta davanti. Il tennis l’ha scoperto sui campi di Arco: “A sette anni - spiega - è stata mia mamma a trasmettermi la passione. Mi ha conquistato subito”. La scuola e gli allenamenti a Trento, dalla scorsa estate si è trasferita all’Ata Battisti, non le lasciano molto tempo libero “devo studiare tanto e non ho molti passatempi, più che altro ci sono alcune cose che mi aiutano a rilassarmi dopo una giornata o una settimana piena di impegni, come ascoltare la musica, disegnare o leggere”. I suoi giocatori preferiti sono Simona Halep e Novak Djokovic “la Halep ha una grinta incredibile, mi piace Djokovic perché è celiaco, come me”. Un sogno nel cassetto? “Giocare ad alti livelli cercando di raggiungere il massimo livello possibile. E perché no? Diventare la numero uno.”

Autore
Luca Avancini

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