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Deborah Chiesa: l'atteso rientro nell'Itf di Cordenons

Ombre e qualche spiraglio di sole. Deborah Chiesa ci ha provato, ma sapeva che sarebbe stato impossibile recuperare d’incanto dopo due anni tormentati, quasi venti mesi di stop, confidenza, fiducia, condizione. Ha rivisto la luce, ma il chiarore non è durato e alla fine ha dovuto arrendersi all’evidenza di un’avversaria più tonica e brillante e salutare al secondo turno il torneo “Acqua Dolomia Serena Wines Tennis Cup”, prova Itf da 15mila dollari in corso questa settimana sulla terra rossa del circolo Eurosporting di Cordenons, provincia di Pordenone, sconfitta 6-4 6-1 dalla 24enne lecchese Anna Turati, numero 605 delle classifiche mondiali. Non è stata nemmeno fortunata Debby, ci si è messa pure la pioggia a complicare, e non poco, il compito della 25enne di Trento, quarta testa di serie del tabellone, costretta ieri a un doppio impegno, che l’ha tenuta in campo oltre tre ore. Troppe per chi, come lei, non poteva avere ancora abbastanza energie nelle gambe e nella testa per gestire due match snervanti e fisicamente tosti. La Chiesa aveva completato in mattinata la sfida di primo turno con la 19enne mestrina Federica Trevisan, numero 1423, giocatrice proveniente dalle qualificazioni. Avanti di un set al momento dell’interruzione, la trentina si è fatta scappare la rivale dopo aver perso il servizio da 40-15, ma ha reagito bene nel terzo set, ritrovando profondità e precisione grazie anche al sostegno efficace della battuta. La Trevisan ha avuto un sussulto d’orgoglio, sotto 0-5 0-40, ha cancellato sei palle del match prima di alzare bandiera bianca, 6-4 2-6 6-0. Nel pomeriggio la trentina si è trovata davanti un’avversaria non solo più fresca e riposata, ma anche in palla e motivata, spinta dal convincente esordio di martedì, che l’aveva vista rifilare un doppio 6-1 alla svizzera Sandy Marti. Debby è partita un po’ contratta, ha recuperato il primo break di ritardo, da 1-3 a 3-3, ha salvato due opportunità del possibile 3-5, ma sul 4-5 ha ceduto nuovamente la battuta e il set. La partita è finita lì, perché la Turati è salita di tono, mentre la Chiesa ha perso campo e intensità. Un pizzico di amarezza, ma anche la consapevolezza di quanto fosse difficile dare di più in questo momento; restano le sensazioni positive, non poche per la trentina che la prossima settimana dovrebbe essere al via della della prova da 25mila dollari in programma a Pescara.

COSI' ALLA VIGILIA - Un rientro sognato, sperato, adesso finalmente atteso. Deborah Chiesa torna in pista, dal 26 luglio a Cordenons, dopo dieci lunghissimi, interminabili mesi. Dopo l’ennesimo frustrante stop. La 25enne di Trento pareva destinata a non trovare più la luce in fondo al tunnel in cui era nuovamente finita, quando il peggio sembrava alle spalle, ovvero l’infortunio da sovraccarico al piede sinistro che l’aveva costretta un anno fa a una riabilitazione lunga e complicata dall’emergenza Covid, ecco un altro guaio fisico piombarle addosso, improvviso, come un’improvvisa secchiata d’acqua gelida rovesciata sulla schiena. A inizio gennaio Debby aveva scoperto di soffrire una particolare forma di artrite, era stata lei stessa a rivelarlo con un lungo post sui propri profili social. “Volevo darvi un piccolo aggiornamento - aveva scritto la tennista che da tempo fa base ad Anzio, al Piccari&Knapp Tennis Team - Purtroppo il mio 2021 non è iniziato nel migliore dei modi. Verso metà dicembre scorso hanno iniziato a gonfiarmisi le dita delle mani, con annesso dolore a stringere i pugni, a prendere oggetti e soprattutto a tenere la racchetta in mano. Dopo varie visite specialistiche, mi è stata diagnosticata una forma di artrite, con la quale a quanto pare dovrò imparare a convivere.” Un colpo duro, maligno per chi come lei aveva dovuto già stare lontana dai campi per ben otto mesi nel 2020. Sconforto e amarezza però non hanno mai intaccato il suo carattere forte, Deborah, ha continuato a lottare, più determinata che mai. Sul senso di vuoto hanno sempre prevalso la tenacia, il carattere, la voglia, il metodo. Ha scoperto e coltivato l’arte della pazienza, la stessa che dovrà avere adesso sul campo, non sarà affatto semplice ritrovare d’incanto confidenza e antiche sicurezze. Ci vorrà tempo. “Io però non vedo l’ora di tornare a giocare un torneo internazionale - attacca decisa Debby - Dopo quello che ho passato, anche solo stare in campo, potermi allenare ogni mattina, è già una gioia grandissima. Non mi pongo obiettivi, per ora, l’unica cosa che conta in questo momento è stare bene, in salute, completare una partita senza dolori. Quello che verrà in più sarà comunque ben accetto.” La tennista trentina si tiene stretta le sensazioni, come fossero la brezza che annuncia il vento della fiducia, ma l’assenza ha pesato: “Troppo - ammette - stavo malissimo, ma tutto questo mi ha fatto indubbiamente crescere come persona, prima ancora che come atleta.”Adesso però potrà di nuovo rialzare la testa, guardare ancora avanti, dal prossimo torneo.

Autore
Luca Avancini

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