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Vittoria e le altre: tutti i successi delle ragazze trentine

L’impresa di Vittoria Segattini sulla terra del Palextra Club di Reggio Calabria, si infila tra le pagine più belle della piccola storia tennistica trentina. Sono così poche che si possono contare sulle dita di una mano, raccontano autentiche imprese, magiche partite cariche di illusioni. Tutte al femminile. Prima della tennista dell’Ata soltanto altre due ragazzine, Sara Eccel nel 2008, e Cecilia Berti, addirittura nel 1951 erano riuscite a cucirsi addosso lo scudetto di categoria: la prima nell’under 14, la seconda nella Coppa Lambertenghi, all’epoca riservata semplicemente agli junior.
Vicine al titolo ci sono andate anche Melania Delai, finalista in singolo e doppio a Sassuolo nel 2015, proprio nel torneo under 13, sconfitta dall’implacabile concretezza della napoletana Federica Sacco, e Monica Cappelletti planata nello stesso anno in fondo agli Assoluti under 16, sulla terra rossa della Canottieri Mincio Mantova, ma costretta a cedere lo scettro alla grande favorita del torneo, la mancina palermitana Francesca Bilardo. La Eccel raggiungerà la finale anche nel 2010, ai tricolori under 16, sui campi del Ct Dino De Guido di Mesagne a Brindisi, battuta solo dalla piemontese Camilla Rosatello, delusione mitigata dal titolo di doppio conquistato al fianco della stessa Rosatello a spese dell’altra trentina Angelica Moratelli e dell’emiliana di Albinea Stefanelli. Al doppio sono legati i successi di un’altra giovanissima di talento, Deborah Chiesa, campionessa per due anni di fila, dal 2008 al 2010 nelle categorie under 12, 13 e 14, con l’inseparabile Giulia Pairone, torinese di Moncalieri. L’ultimo scudetto segnato dalla bella e toccante dedica che Deborah rivolgerà alla fine all'amico Marin Suica, croato classe '95, uno dei talenti più promettenti del panorama europeo, tragicamente scomparso solo qualche ora prima in un terribile incidente stradale al ritorno da un torneo in Ungheria.

Giovane studentessa del Liceo Classico “Prati”, Cecilia Berti sarà l’unica tennista della provincia a inserire il suo nome tra quello delle vincitrici della prestigiosa Coppa Porro Lambertenghi che si gioca sulla terra rossa del Tc Milano. Cecilia ha 16 anni e un tennis da autodidatta. Spinge poco con il diritto, “una tragedia”, lo definisce, ma il rovescio è preciso ed efficace, molto redditizio soprattutto quando tira il lungolinea disorientando le rivali. Al Bonacossa aveva giocato anche l’anno prima, dopo aver vinto la fase regionale, ma si era dovuta subito arrendere al gioco brillante della ligure Rosanna Brayda, poi trionfatrice. Si è imposta nuovamente nel torneo regionale ed è arrivata a Milano più consapevole e sicura dei suoi mezzi. Ha carattere da vendere e si vede, ma soprattutto gioca con un’attenzione che impressiona e che la porta a non sbagliare mai una palla facile, a restare sempre lucida nei momenti caldi, quando le altre invece si disuniscono. Fatica un po’ a piegare nei quarti la tenace modenese Carla Druini, 9-7 il secondo set, approfitta delle incerte condizioni fisiche della sanremese Fiorenza Zappa, e si presenta in finale per affrontare la favorita aquilana Rossana Bon. Si gioca di mattina, il protrarsi della finale di doppio, nega alle due giocatrici la soddisfazione e l’onore del centrale, “Ceci”, come la chiamano gli amici del Tennis Trento, ha i capelli corti e un tenero golfino addosso che la fanno sembrare poco più che un’adolescente. In campo però non fa una piega, fredda e composta nei movimenti, Cecilia nervi di ferro come è stata ribattezzata, ribatte colpo su colpo mentre l’emozione sembra quasi attanagliare la sua rivale che continua a guardarsi intorno con l’aria un po’ smarrita. Cecilia domina il primo set 6-2, e poi resiste al tentativo di reazione della trepida Bon che alla fine si arrende 6-4. “Paura di vincere contrapposta all’olimpica tranquillità della Berti”, racconterà poi Luigi Gianoli sulle pagine della Gazzetta dello Sport. Il più ambito premio nazionale in ogni caso viene meritatamente consegnato alla trentina. Cecilia non diventerà una campionessa, “papà voleva che studiassi” racconterà poi con timido pudore. Sui campi di S. Martino di Castrozza, dove tra gli anni Cinquanta e Sessanta si giocava un importante torneo di seconda, conoscerà il futuro marito, l’avvocato di Este Piergerardo Trombaiolo, poi trasferitosi a Bologna. Il tennis finirà per trasformarsi presto in un piacevole hobby coltivato nei i pomeriggi trascorsi nell’elegante cornice del Tennis Club Bologna.

Studentessa al liceo sportivo “Pozzo” di Trento, Sara Eccel ha cominciato a giocare a tennis solo cinque anni prima, ma ha un talento naturale che esibisce con una semplicità e una naturalezza disarmanti, come quando fulmina le avversarie con il micidiale rovescio a due mani. E possiede un temperamento forte e determinato, che traspare evidente dalle risposte: “Se mi aspettavo di arrivare così in alto? Francamente no, ma ho lavorato tanto per riuscirci.” Dirà dopo la vittoria agli Assoluti under 14 di Arezzo. Vola in finale senza perdere un set, la brindisina Lorenza Stefanelli è un’avversaria tosta, la sfida scorre dura e intensa, ma Sara sa sempre come interpretare i momenti cruciali, smorza le tensioni e le riconverte puntualmente in energia positiva, gioca i punti decisivi con una lucidità impressionante. Vince 6-4 7-6. Poche parole, non banali, Sara è una ragazzina intelligente, educata, lo capisci da come sta in campo, mai una frase fuori dalle righe, un gesto scomposto: “La tranquillità è uno dei miei punti di forza – rivela - Il tennis mi piace perché le responsabilità sono solo tue, come le vittorie, io però devo ancora crescere tanto, soprattutto di diritto.” In tre anni non ha mai saltato un allenamento e dà l’impressione di avere margini di miglioramento ancora molto ampi non fosse altro che per quella volontà ferrea che la spinge ad inseguire il suo sogno nel cassetto. Un luogo che è fascino e incanto, Wimbledon: “Mi piacerebbe tantissimo riuscire un giorno a giocare sui quei bellissimi campi in erba, respirare quell’atmosfera speciale.” Il 2008 è un anno magico, oltre al titolo nazionale conquista sui campi di casa, del Ct Trento, Grand Prix e Master, si aggiudica l’atto finale del Nike Junior Tour, insieme a Deborah Chiesa, l’altra metà del cielo tennistico trentino. Entrambe voleranno oltreoceano, in Florida per sfidare le migliori under 14 di 21 paesi nelle finali organizzate dalla multinazionale statunitense. Mancherà solo la ciliegina sulla torta di una stagione sontuosa, lo scudetto a squadre under 14 che le ragazze del Ct Trento non riusciranno a strappare nella finalissima con le pari età del Ct Palermo.

Autore
Luca Avancini

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