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Re Djokovic alla caccia del record di Steffi Graf

Il primato di miglior tennista maschile di tutti i tempi al serbo non basta già più?
Ora che la festa è finita è già tempo di guardare avanti. Questo starà sicuramente pensando Djokovic che, dopo aver celebrato degnamente il suo nuovo titolo di re del tennis maschile di tutti i tempi, si starà guardando intorno alla ricerca di un altro record da infrangere o, meglio, da fare suo. E dovrebbe averlo già trovato e messo nel mirino. E quale sarebbe questo record? Quello di Steffi Graf, che per 377 settimane consecutivamente è stata la numero 1 della classifica WTA. Non bisognerebbe mai confondere titoli nobiliari come quelli di re e regine, ma a Djokovic poco importa perché essere il più forte tra gli uomini è come essere un "sovrano dimezzato". Per regnare sul mondo del tennis non bastano 311 settimane al primo posto del ranking ATP, ma ne servirebbero almeno 378! Solo così il serbo diverrebbe il più importante monarca che la storia di questo sport con racchetta e pallina conosca e riconosca e al tempo stesso un eroe immortale, una sorta di Zeus dell’Olimpo del tennis. Ecco perché i festeggiamenti per aver superato Federer, che è stato al primo posto della classifica ATP per 310 settimane, sono ormai un ricordo lontano nel tempo. Ora re Djokovic dovrà usare il tempo a disposizione per raggiungere (e superare) la collega Stefi Graff.

photo by Pixabay
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La next-gen può aspettare
Al serbo non basta più essere il re del tennis maschile di tutti i tempi, come certificato dalle 311 settimane in vetta alla classifica ATP, ma vuole di più, molto di più. E ora sappiamo cosa: superare Steffi Graf che con 377 settimane in cima alla classifica WTA è la tennista che nella storia è stata per più tempo la numero 1. Mancano 66 settimane per poter pareggiare questo primato – e non è poco – eppure Djokovic sa come superarsi e come superare ogni volta quell’ostacolo che si frappone fra lui e un nuovo record. E il record che vuole fare suo è proprio quello di essere il tennista più forte di tutti i tempi non solamente in campo maschile. Vista la sua incredibile forza mentale, che lo ha aiutato a vincere l’Australian Open 2021 nonostante i problemi fisici, non ci sarebbe da stupirsi se ce la facesse per davvero. Il tennis di oggi d’altronde parla ancora serbo e parlerà serbo ancora per molti anni. È vero, la next-gen sta crescendo a ritmi impressionanti, – basti osservare le performance di Sinner – ma finché ci sarà un primato da battere re Djokovic ci sarà. I più giovani possono dunque aspettare, farsi con calma le ossa, e aspettare con altrettanta calma il loro turno. Ma quando arriverà il loro turno? Quando il serbo si approprierà anche del trono dell’ex tennista tedesca naturalizzata statunitense e, perché no, quando conquisterà quei 3 Slam che gli mancano per divenire il primatista assoluto per quanto riguarda il numero di Slam vinti. Sì perché il serbo oggi è a quota 18, a -2 dalla coppia Federer e Nadal e a -3 da quei 21 che gli permetterebbero di entrare nella leggenda. Non che Djokovic non sia già leggenda, avendo vinto 5 Tornei di Wimbledon, 9 Australian Open, 3 US Open e 1 Roland Garros, ma si può e si deve fare di più, o almeno questo è il pensiero di un professionista che a 33 anni ha ancora voglia di stupire.

Come sta Novak fisicamente?
Sembra banale chiedersi come stia fisicamente una "forza della natura" quale è Novak, ma dopo i problemi fisici avuti durante l’Australian Open 2021 forse non lo è più di tanto. Per chi se lo fosse dimenticato, a Melbourne il serbo ha stretto i denti per tutto il torneo senza spiegare cosa lo frenasse quando scendeva in campo. Solo in seguito si è scoperto che a tormentarlo era, ed è tuttora, uno strappo agli addominali. Quindi alla domanda: come sta Novak fisicamente? la risposta è: non benissimo. Il suo forfait a Doha e Dubai e il fatto che potrebbe non prendere parte al Masters 1000 di Miami è un preoccupante campanello d’allarme per un atleta che già quest’anno vorrebbe infrangere i record di cui si è parlato sopra. Che il serbo non sia al top è testimoniato anche da quanto recentemente affermato da Marian Vadja, storico coach del numero 1 al mondo, dunque l’universo del tennis fa bene a essere in ansia per il re che comunque farà di tutto per riprendersi alla grande. Nel mirino, oltre ai 21 Slam e alle 377 settimane della Graf, c’è anche la partecipazione al Roland Garros – per ora non in dubbio – torneo che ha visto Djokovic affermarsi una sola volta in carriera (2016). La voglia di bissare quel successo lontano nel tempo 5 anni c’è e potrebbe essere ancora una volta più forte di qualsiasi infortunio. Australian Open 2021 docet.

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Prendersi la rivincita è un obbligo
Re Djokovic potrà anche essere considerato un sovrano magnanimo, ma non dimentica nulla. Non dimentica che al Roland Garros del 2020 ha perso contro Nadal in finale con il punteggio di 6-0, 6-2, 7-5 in favore dello spagnolo, che in quella occasione ottenne il 20° titolo del Grande Slam e il 13° trionfo al Roland Garros. Dunque partecipare all’edizione 2021 del torneo chiamato anche Open di Francia è d’obbligo, perché per Djokovic è un obbligo prendersi la rivincita. Aver solamente sfiorato un successo che manca da troppo tempo nella ricca bacheca è un piccolo dramma sportivo che deve essere superato. E per superarlo non c’è nulla di meglio che vincere il Roland Garros 2021, avvicinandosi all’obiettivo dei 21 Slam conquistati. Se poi oltre a questo successo Djokovic riuscisse a battere il record di Steffi Graf, allora potrebbe anche pensare di lasciare il tennis. Forse è un’esagerazione, visto che il serbo è solo un fresco 33enne, ma una volta che diverrà il più forte di tutti e sarà irraggiungibile per chiunque che senso avrebbe continuare a impugnare la racchetta? Il senso c’è e ha a che fare con il tennis inteso come pura passione a 360 gradi. Quando uno sport è molto più di una semplice professione è impossibile "andare in pensione". Dipendesse da Djokovic continuerebbe a giocare a tennis fino a 50 anni, tanto l'entusiasmo e la determinazione non gli mancano affatto.

Autore
Andrea Cobbe

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